Come fiori che rompono l’asfalto. Venti storie di coraggio
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Riflessione di Elena Soncini (2 A cl):
Durante il pentamestre in classe abbiamo svolto un progetto che consisteva nel leggere davanti ai compagni alcuni racconti presi da due libri di Gazzaniga, “Come fiori che rompono l’asfalto” e “Abbiamo toccato le stelle”. In queste storie erano contenute le vite di persone, più o meno conosciute, che hanno compiuto grandi, anzi grandissime azioni meravigliose; proprio per questo motivo si trattava di uomini e donne che, oggi, definiamo “Giusti”. Mano a mano che si andava avanti con le letture, ognuno di noi ha aggiunto alcune slide ad un power point condiviso in cui venivano riportate citazioni che particolarmente ci avevano colpito ed immagini, in modo tale da raccogliere le varie testimonianze in maniera sintetizzata. Si è spaziato da giovani ad anziani, da donne a uomini, da atleti a musicisti rock: tutte persone molto diverse tra loro che in comune hanno avuto la voglia di far prevalere il bene sul male, che hanno avuto il coraggio di non rimanere in silenzio di fronte alle ingiustizie. Ad ogni nuovo racconto ci si immergeva in una realtà diversa, viaggiando per ogni parte del mondo, e riuscendo così a comprendere le problematiche di vari Paesi. Per quanto si spaziasse tra ambienti assai differenti tra loro, mi è sembrato di notare quanto, purtroppo, l’odio e la cattiveria siano uguali dappertutto, e che non risparmiano nessuno. Mi è rimasta molto impressa l’intolleranza sempre immotivata di persone, che nemmeno definirei tali, verso certe categorie; ogni qual volta mi capitava di ascoltare di una storia che raccontava di ingiustizie commesse nei confronti di soggetti, spesso più fragili ed impotenti, mi succedeva di arrabbiarmi a causa della leggerezza, priva di umanità, con cui venivano commesse queste azioni. Perché sì, si parla di persone prive di umanità che hanno rovinato la vita ad altre che non meritavano nulla di tutto quello raccontato nei libri, come ad esempio omicidi, torture e privazioni di libertà. Fortunatamente però, mi è rimasta ancora più impressa la tenacia di chi ha deciso di alzare la voce e sfidare a testa alta questi soggetti, armandosi di coraggio, determinazione, sensibilità, umanità, astuzia, e potrei continuare così per molto; si è trattato anche di persone che non hanno avuto paura di insistere e insistere, mettendo a repentaglio la propria vita con il fine di proteggere quella degli altri. Grazie a questo lavoro ho avuto la fortuna di conoscere le vite di persone di tutti i tipi che hanno fatto la differenza, e una cosa che mi ha fatto molto piacere e mi ha incuriosita è che nei libri di Gazzaniga erano presenti anche e soprattutto personaggi non conosciuti, con vite e carriere comuni, facendomi dunque capire che nel mondo ci sono tantissimi Giusti di cui non si conoscono le storie ma che magari hanno compiuto grandi cose. Questa iniziativa mi ha sensibilizzata molto sulla grandissima importanza del tramandare queste storie, che necessitano di essere raccontate a più persone possibili.
Riflessione di Giulia Ferrari (2 A cl):
“Quando il male sembra prevalere, escono allo scoperto e si prendono sulle loro spalle la sofferenza altrui. E’ per amor loro che Dio non distrugge il mondo”. Queste parole si riferiscono ai Giusti, uomini e donne che hanno agito secondo la propria coscienza individuale, assumendosi un’enorme responsabilità: poste di fronte all’ingiustizia reagiscono sapendo opporvisi anche a rischio della propria vita. La loro esistenza stessa dimostra che anche nelle peggiori situazioni è possibile per tutti gli esseri umani fare valere i propri diritti e dar voce alle proprie idee. Nel mese di Febbraio io e i miei compagni di classe abbiamo dedicato un’ora di lezione ogni settimana alla lettura delle storie della vita di alcune persone che, come i Giusti, non si sono rassegnate passivamente alla logica del gregge e al pensiero di massa, ma hanno combattuto affinché anche il loro venisse ascoltato. Ogni giovedì ci siamo immersi non solo nella narrazione delle avventure di queste straordinarie persone, ma anche nei loro pensieri, nella loro sofferenza, nella loro gioia e, soprattutto nel loro cuore. Dopo avere presentato e letto il proprio racconto, ognuno di noi ha mostrato alla classe le immagini che ha scelto per rappresentare al meglio il percorso delle vite di questi “Giusti” e alcune frasi o curiosità della storia che lo hanno colpito. L’aspetto che più mi ha interessata di questa attività è stata la scelta delle immagini e delle frasi da parte di tutti: ho sentito che a tutta la classe questo argomento sta a cuore e tutti si sono impegnati e immedesimati nei protagonisti. Quando ho attraversato la classe per esporre il mio racconto avevo ansia; tuttavia, era diversa da quella che provavo solitamente per le verifiche o le interrogazioni, forse una forma di ansia anche più forte. Penso fosse come una sorta di responsabilità che sentivo nei confronti delle donne di cui stavo per leggere: dovevo far conoscere la loro storia ai miei coetanei. Per la prima volta ho sperimentato un’emozione che non avevo mai provato: una bella sensazione, quasi di fierezza, quando ho finito di leggere. Era come se in un certo senso avessi anche io contribuito alla loro lotta. Queste storie sono state per me un’ispirazione, poiché mi hanno ricordato che dopo il buio può esserci solo la luce, che occorre continuare a combattere con tutte le proprie forze e non abbandonare mai la speranza, l’arma più potente a nostra disposizione.