Ruolo dell'Animatore Digitale

Ruolo dell’Animatore Digitale all’interno della istituzione e della comunità scolastica.

 

Si riporta di seguito (fonte: www.agendadigitale.eu) una descrizione sintetica del ruolo

dell’Animatore Digitale, figura di sistema all’interno della scuola istituita dal Piano Nazionale

Scuola Digitale.

 

L’animatore digitale è una funzione strategica prevista e definita dalla legge di Riforma (La

buona scuola) come azione #28 (p. 117). Affianca il Dirigente e il Direttore dei Servizi

Amministrativi (DSGA) nella progettazione e realizzazione dei progetti di innovazione

digitale contenuti nel PNSD. Per rafforzare il carattere innovativo ma anche istituzionale di

questa figura, il MIUR svilupperà modalità di un canale privilegiato con le nuove figure

professionali. Gli Animatori digitali presenteranno progetti di campata annuale che, una

volta approvati, saranno inseriti nel piano dell’offerta formativa (POF) e pubblicati anche

sul sito della scuola e nel tempo saranno oggetto di uno specifico monitoraggio per la

valutazione dell’efficacia da parte del Ministero.

 

Il ruolo degli animatori digitali

 

Secondo l’articolato del Piano Nazionale Scuola Digitale ecco le funzioni e i compiti

dell’Animatore digitale.

 

E’ responsabile dell’attuazione dei progetti e delle indicazioni contenute nel Piano Nazionale

Scuola Digitale che coordina, promuove e diffonde nella scuola di appartenenza. Per

l’istituzione di questa figura professionale il PNSD prevede lo stanziamento entro il marzo

del 2016 di 8,5 milioni di euro all’anno (a valere sui fondi PNSD Legge 107/2015) a partire

dal Marzo del 2016. Si tratta di fondi che serviranno sia per i progetti messi in campo sotto

il coordinamento dell’Animatore, sia per la valorizzazione di questo ruolo. Inoltre il

conseguimento degli obiettivi dell’animatore digitale verrà valutato e parametrato su una

serie di indicatori stabiliti dal Ministero .

 

Il campo operativo dell’Animatore digitale riguarda tre ambiti che diventeranno parte

integrante del POF della scuola (Ferri, P., Un terremoto digitale scuote la scuola italiana):

 

a. La Formazione metodologica e tecnologica dei colleghi: si tratta, insieme alla

Banda Larga, del tema più rilevante del Piano Nazionale Scuola digitale. Cioè, quello, di

coordinare e sviluppare un piano di formazione dei docenti della scuola all’uso appropriato

e significativo delle risorse digitali. L’Animatore digitale svolgerà questo ruolo coerente con

le indicazione del Piano Nazionale Scuola Digitale, promuovendo cioè in particolare piani

di formazione sulla didattica laboratoriale, sulle “metodologie attive” di impronta

costruttivista, sulle competenze di new media education, sui nuovi contenuti digitali per

l’apprendimento. Una formazione metodologica, cioè, che possa favorire l’utilizzo

consapevole e la comprensione critica delle tecnologie didattiche. Il tutto con l’obiettivo

strategico di rendere prima i docenti e poi gli studenti “creatori” e utenti critici e

consapevoli di Internet e dei device e non solo “fruitori digitali” passivi. Non

necessariamente l’Animatore digitale dovrà essere un “formatore” ma dovrà essere esperto

di metodologie e tecnologie didattiche e avere, soprattutto, la capacità di animare e

coordinare la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle altre attività formative ai

progetti di innovazione.

 

b. Il Coinvolgimento della comunità scolastica: un compito molto rilevante

dell’Animatore digitale è, infatti, proprio quello di favorire la partecipazione e stimolare non

solo l’attività dei colleghi ma anche quella degli studenti e dei genitori nel organizzazione di

workshop e altre attività, anche strutturate, sui temi del PNSD. La scuola dovrebbe, in questo

modo aprirsi a momenti formativi organizzati per le famiglie e per gli altri stakeholder

territoriali (Comuni, Biblioteche, Imprese, Fondazioni, Banche ecc.) cercando di promuover

la diffusione di una cultura della cittadinanza digitale condivisa e dell’alternanza scuola

lavoro in maniera diffusa sui territori.

 

c. La progettazione di soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da

diffondere all’interno degli ambienti della scuola. Si tratta ad esempio dell’utilizzo

di strumentazioni per le didattiche innovative anche specifiche come la robotica educativa,

la programmazione (coding) in “Scratch” (https://scratch.mit.edu/), l’utilizzo didattico di

stampanti 3D ecc. . Tutto questo implica ovviamente nuove soluzioni per la distribuzione

degli spazi fisici della scuola. Soluzione architettoniche che meglio si adattino ad una scuola

“aumentata dalla tecnologie” e aperta alle ulteriori trasformazione che le tecnologie vi

porteranno.