Dove ti PORTO?_Erasmus+ 2023

Porto_2Ciao Frangos! Siamo Chiara Iotti, Luca Carretti, Daniel Guidetti e Alessio Giovannico delle classi  5BL, 5AL e di 5CSA. In questo breve articolo cercheremo di farvi immedesimare il più possibile in questa esperienza Erasmica in un quel di Porto per cinque settimane.

La nostra avventura è iniziata nell’aeroPorto di Bergamo. Eravamo un gruppo di tredici sconosciuti non ancora totalmente preparati ad un’avventura che ci avrebbe segnati nel profondo. 

Ognuno di noi aveva i propri timori: saranno simpatici? Riuscirò ad integrarmi? Sarò in grado di restare lontano da casa per un mese? 

I giorni cominciavano a scorrere, mentre ciascuno di noi man mano superava le proprie paure. Eravamo tutti sulla stessa barca e questo ci ha portato a diventare una vera ciurma aiutandoci a vicenda e condividendo ogni momento della giornata. 

Ma ora cosa stiamo aspettando… tuffiamoci!

L’alloggio consisteva nel residence Liv Student, composto da due edifici dotati di diversi comfort (dalla piscina al campo da calcio, dalla palestra fino alla sala cinema - nella quale ci siamo appisolati diverse volte), le camere da letto erano singole e la cucina in comune. 

Fase 1: L’insurrezione.

Il primo obiettivo fu la conquista di un frigo e una porzione di territorio rispettabile in una cucina in regnava un regime anarchico e stando da soli ci siamo resi conto che cibo e carta igienica non compaiono magicamente in casa. 

Fase 2: L’alleanza.

Dopo esserci stabilizzati, le circostanze hanno portato alla formazione di un legame forte tra di noi (il gruppo stava nascendo). Nonostante abitassimo quasi tutti in piani diversi, il punto di ritrovo era sempre lo stesso: piano 7, palazzo B, nel quale alloggiavano quattro del nostro gruppo. Il caso ha voluto che proprio qui dimorasse anche una ragazza brasiliana che ci ha aiutato ad ambientarci.

Fase 3: Gli incarichi.

L’obiettivo dell’erasmus è un’esperienza lavorativa all’estero, e per questo ognuno di noi aveva un impiego diverso, più o meno stimolante e formativo. 

Alessio: lavoravo presso la Flower Power Surf School, una scuola di surf a pochi metri dal mare. Il mio incarico era quello di gestire le mute: portarle fuori dalla sede, dividerlePorto_2023_3per età, aiutare i bambini ad indossarle, lavarle e stenderle. Andare a lavoro era un piacere, l’ambiente familiare e surfare dopo aver finito il turno era la ciliegina sulla torta. 

Daniel: il mio impiego era presso una piccola bottega del centro città all’interno della quale veniva venduta oggettistica in legno, soprattutto taglieri. Per quanto mi riguarda la mia mansione rappresenta una delle difficoltà che ho dovuto superare durante il soggiorno: il titolare non era per niente affabile, il lavoro minimamente conforme alle mie preferenze e l’affluenza di clienti del negozio era veramente bassa, anche nelle ore di punta. Proprio per questo considero tale esperienza positiva per quanto mi abbia aiutato a capire come non sempre le cose ci vengono date come desideriamo… siamo noi a doverle volgere a nostro favore.

Chiara e Luca: entrambi lavoravamo come camerieri, presso due locali diversi: uno in un bar sulla spiaggia e uno in un locale siriano in centro. La giornata lavorativa durava 6 ore e l’impiego era abbastanza stancante ma molto formativo e stimolante, infatti abbiamo avuto la possibilità di imparare una professione e interfacciarci con molte persone e clienti che ci hanno permesso anche di mettere in pratica ciò che studiamo, le lingue. In entrambi i casi i titolari erano gentili e disponibili sia per quanto riguardava gli orari, sia nell’insegnarci cose nuove. Siamo cresciuti molto a livello personale comunicando con persone che non conoscevamo e che avevano più esperienza di noi nel mondo degli adulti e del lavoro; questo ci ha anche fortificati e resi pronti ad affrontare i vari problemi, oltre che sul posto di lavoro e durante la mobilità, anche nella vita a cui siamo tornati una volta a casa.

Fase 4: Il veliero.

La città di Porto è piena di tesori da conquistare. Matosinhos, Jardim do Morro, São Bento, Aliados, il lungo fiume e Ribeira, sono luoghi caratteristici da visitare e in cui ritrovarsi. Ci sono molti locali giovanili e alcuni di essi sono gratuiti per gli studenti in erasmus.Porto_2023_4

Durante la mobilità, in compagnia delle nostre professoresse, ci siamo recati in visita di altre mete portoghesi: Lisbona e Aveiro. Il nostro affetto per Oporto ci rende chiaramente di parte nell’esprimere un giudizio oggettivo ma la nostra città ospite, in nostra opinione, rimane senza dubbio la migliore tra quelle visitate.

Fase 5: La talassocrazia.

Certamente all'inizio non fu facile trovare il proprio equilibrio: non ci eravamo mai trovati in una situazione di questo tipo, e per molti di noi fu complicato raggiungere lo status quo. Ciò ha tuttavia permesso di rafforzarci nel profondo plasmando in noi un nuovo approccio di affacciarci alla realtà. Basti pensare agli orari di lavoro da dover rispettare, la cena da cucinare, mantenere puliti gli ambienti e orientarci in una nuova città (tutte cose a cui prima non dovevamo pensare). Ma la potenza del singolo sta nel saper dominare le difficoltà e di tramutarle in opportunità. La necessità di essere puntuali rafforzò la nostra responsabilità; i pranzi da preparare ci permisero di metterci in gioco in un ambito verso il quale la maggior parte di noi era estranea; migliorare il senso d’orientamento al fine di evitare i quartieri più loschi (tratto da una storia vera ). 

Fase 6: Il bottino.

Sono numerosi i vantaggi di un’esperienza Erasmus; giusto per citarne alcuni: 

-La lingua; ci siamo prodigati con l’inglese e abbiamo appreso frammenti di lingua locale.

-Evoluzione personale; siamo diventati più consapevoli di noi stessi scoprendoci più indipendenti.

-Fattore economico; abbiamo appreso come gestire al meglio le nostre finanze, nonostante il soggiorno fosse interamente a carico dell’organizzazione, al fine di non sperperarle.

-Convivialità; i rapporti sociali sono stati senza dubbio l’essenza della nostra avventura: abbiamo stretto relazioni non solo tra noi, ma anche con le tribù locali dimostratesi ospitali nei confronti dell’invasore straniero.

I contro sono soggettivi, ognuno di noi ha trovato debolezze in ambiti diversi, chi nel lavoro, chi negli spostamenti e chi nell’alloggio; ma tutta la “fatica” che impiegammo nel dissotterrare il forziere è valsa a pieno i gioielli ritrovati al suo interno.

In conclusione ci sentiamo di consigliarvi a pieno tale esperienza. Nel momento in cui vi accingerete a preparare tutto l’iter di selezione, frequente in voi sarà il dubbio: “ne varrà la pena?”.

SI

Daniel Guidetti, Alessio Giovannico, Chiara Iotti, Luca Carretti 

Erasmus+_Porto_2023
Porto_2 Porto_2023_3 Porto_2023_4 Porto_2023_5 Porto_2023_6 Porto_2023_7 Porto_2023_8