Progetto AltERnativo UNISER 2020/2021
Progetto AltERnativo - Una generazione in marcia
AltErnativo è un progetto di Alternanza Scuola Lavoro all’estero promosso da Uniser Soc. Coop. Onlus di Bologna e rivolto alle classi quarte.
Si tratta di un progetto Erasmus+ KA1 VET a cui la nostra scuola partecipa da alcuni anni e che ha già permesso alle nostre studentesse e ai nostri studenti di partecipare a tirocini ASL a Praga e a Derry nel 2018, in diverse parti di Europa nella estate e nel novembre 2019 (Gastouni, Cork, Maribor. Praga, Saragoza e Breslavia), a Berlino dopo il primo lockdown nel settembre 2020.
Tra maggio 2021 e ottobre 2021, scelti tra centinaia di studenti provenienti dalle scuole emiliane-romagnole e dopo mesi di scuola in DDI, 9 studenti di tutti gli indirizzi del liceo sono partiti per Cipro, per Saragozza e Siviglia in Spagna per l'esperienza di 25 giorni di tirocinio. Nell'estate altri tre studenti hanno svolto il loro tirocinio a Cipro e in Slovenia, a ottobre 2021 è partita una studentessa del liceo linguistico per La Force in Francia per un mese.
Nonostante le perplessità della partenza legate al periodo e all’ansia di perdere settimane di scuola, questo viaggio, concordano i partecipanti, è stata un’esperienza straordinaria di autonomia e miglioramento; un progetto che va oltre la scuola e il lavoro, un’esperienza di vita che può capitare poche volte, se non una sola volta, e quando capita bisogna coglierla al volo, senza pensarci due volte.
Racconta Silvia...
Silvia, che frequenta il liceo classico e che è volata a Saragozza a maggio, racconta che all'inizio non è stato facile coordinarsi...
Come è stato il relazionarsi con un gruppo nuovo e studenti provenienti da tutta la regione?
Tutti noi sappiamo che in un gruppo o in una squadra c’è bisogno di collaborazione, di altruismo, di empatia, ma soprattutto di tanta, tanta pazienza. Nel giro di tre settimane abbiamo dovuto imparare a convivere e a sostenerci a vicenda, diventando una piccola famiglia nella quale ognuno di noi ha potuto trovare una mano a cui aggrapparsi, una spalla su cui piangere, un amico con cui ridere. In questo ambiente il famoso “io voglio” diventa un lontano miraggio, totalmente insignificante di fronte alle necessità di un’altra decina di persone e alle responsabilità alle quali bisogna far fronte ogni giorno. Insieme abbiamo viaggiato, lavorato, cucinato, pulito, litigato e riso, ma soprattutto siamo maturati in modi che qualsiasi altro tipo di esperienza non ci avrebbe permesso di crescere.
Cosa facevate nel tempo libero?
Dopo lavoro cercavamo di organizzare le nostre giornate per poter visitare insieme alcune delle infinite attrazioni della città.
Come è andata al lavoro? Come ti sei inserita nell'ambiente lavorativo?
Soprattutto per quanto riguarda i liceali, bisogna partire col presupposto che non si metteranno in campo tutte le proprie abilità, che probabilmente il lavoro che si dovrà svolgere non sarà relazionato al proprio percorso di studi, ma ciò non vuol dire che non sarà una magnifica esperienza! Si conosceranno un sacco di magnifiche persone con le quali si potranno stringere legami al di fuori dell’esperienza di stage. Nella mia personale esperienza, il più grande ostacolo è stata la barriera linguistica, dovuta al fatto di aver subito un cambio di destinazione dell’ultimo minuto a causa del Covid (sarei dovuta volare verso il Portogallo!), che non mi ha permesso di imparare una base della lingua del paese ospitante, ma non c’è niente da temere: tra inglese, gesti e google traduttore, un modo per far passare il messaggio lo si trova!
Cosa diresti ad un tuo coetaneo che si appresta a provare questa esperienza?
Consiglierei a chiunque gettarsi a capofitto verso una simile avventura, per poter dire “io c’ero”, mettersi alla prova e magari, come è successo a me, sentirsi straordinariamente liberi, a casa e con sé stessi là dove non mi sarei mai aspettata di andare. Sono contenta di aver fatto quest’esperienza e non ci ripenserei un secondo di fronte alla possibilità di ripeterla.
La consiglierei a chiunque sia remotamente interessato, soprattutto a coloro che apprezzano l’idea di andare a studiare o lavorare all’estero: questo progetto è stata la mia prima finestra aperta non solo sul mondo del lavoro, ma in generale sul mondo degli adulti. Ho iniziato a comprendere cosa significa realmente essere indipendenti e autonomi, cosa comporta non avere nessuno pronto a ricordarti cosa fare, dove andare, come affrontare gli ostacoli. Nonostante i genitori siano ad un messaggio o una telefonata di distanza, non possono fare nulla per aiutare fisicamente: bisogna fare affidamento sui propri compagni, ma più di tutto su se stessi. L’inizio non è facile, bisogna ingranare la giusta marcia, ma è sempre così, qualsiasi percorso si decida di intraprendere; l’importante è godersi il percorso e arrivare al traguardo a testa alta, con tante nuove conoscenze e indimenticabili lezioni di vita e magnifici ricordi.
Come ti senti cambiata al ritorno?
Questa esperienza è cambiante a 360 gradi. A livello personale, credo di aver imparato molto sulla convivenza e sulla collaborazione; l’opportunità di dover gestire un appartamento ha richiesto molto più impegno di quanto avessi precedentemente pensato: tra cucinare, pulire, fare la spesa, riordinare e fare la lavatrice, nei momenti di pausa c’era sempre qualcosa da fare, e occupandosene tutti assieme, diventava persino divertente. Dal punto di vista scolastico, credo di aver fatto un passo avanti per quanto riguarda le mie abilità nell’utilizzo della lingua inglese: il dover comunicare con persone che spesso sapevano solo le basi della lingua, mi faceva riflettere su come semplificare i concetti che volevo esprimere, come riassumere e rielaborare le mie idee così da poterle esporre nel modo più comprensibile, o al contrario, quando mi capitava l’opportunità di conversare con persone che avevano un discreto livello di inglese, era utile a migliorare la scorrevolezza dei miei discorsi. Per quanto riguarda le mie abilità lavorative, nonostante la mia occupazione non fosse direttamente correlata al mio percorso di studi, ho comunque potuto farmi un’idea di quali siano le responsabilità che bisogna assumere nel momento in cui si accetta un contratto di lavoro, e di come, anche se non tutte le materie studiate a scuola siano state necessarie per portare a termine i miei incarichi, questo sia stato comunque un esercizio di attitudine che mi ha permesso di lavorare sulle mie capacità di collaborazione, comunicazione e pensiero critico e creativo.
Leggi il blog della esperienza del gruppo di Paphos, la meta di Camilla, Irene e Sofia nel maggio 2021.
Lasciati ispirare dalla esperienza di Kaynaat a Saragozza
e dalle esperienze dei tuoi compagni che ti hanno preceduto a Berlino nel 2020, nel 2019 e nel 2018
Visita anche il sito europa in corso con le storie scritte dai partecipanti